Chi Sono

La ceramica artigianale CretaLandia è prodotta secondo i metodi della tradizione italiana ed è completamente realizzata a mano.
Il laboratorio si trova ad Asciano, piccolo centro della Toscana a Sud di Siena, dove la produzione ceramica è stata molto fiorente sin dal Medioevo. Qui numerosi sono stati in passato i ceramisti che lavoravano nel ‘Cocciaio’, nella ‘Copperia’ e nella ‘Via Dei Vasari’, quartieri del paese che conservano nella toponomastica la presenza storica di fornaci di ceramica. Nel laboratorio, aperto nel 2018, vengono realizzate ceramiche moderne ispirate però anche alla tradizione: piatti decorativi, orologi, vasi, salvadanai, oggettistica varia da regalo e bomboniere. Tutti gli oggetti possono essere anche personalizzati secondo i desideri e le aspettative del cliente.

Il nome CretaLandia è stato scelto per evocare l’idea del giuoco e del divertimento che sono alla base di un processo creativo fantasioso ed originale. Le ceramiche CretaLandia nascono dalla creatività del momento e sono per questo uniche ed una diversa dall’altra.

Ovviamente l’etimologia della parola richiama anche la moderna lingua inglese, dove ‘land’ significa ‘paese, terra’ e la parola italiana ‘creta’ (argilla). Letteralmente CretaLandia significa ‘il paese della creta, il paese dell’argilla’; non a caso è stato scelto questo nome: Asciano si trova nel cuore delle ‘Crete Senesi’, paesaggio noto per le sue bellezze naturalistiche e caratterizzato dalla presenza di argilla (creta) nel terreno. Questi luoghi sono di ispirazione anche nella produzione delle ceramiche CretaLandia nei dipinti con paesaggi toscani.

Ma non solo: bambole romantiche, gnomi e folletti, fiori e altre piccole sculture caratterizzano la produzione di questo laboratorio artistico.
Tratto da un'intervista di Rossella Oricchio del 16 marzo 2021 (rossellaoricchiointervista.com)


Laura Michelangioli, come il soffio del vento



Solo se riusciamo a vedere l’ universo come un tutt’ uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nelle sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo
Tiziano Terzani.


Ci troviamo dinanzi ai nostri fogli bianchi, ne abbiamo paura perché ci fa tremare il rumore come il silenzio.
Ci fa paura tutto ciò che ancora non conosciamo e prima di entrare nel mistero, ogni cosa ci scuote dall’ interno di noi stessi.
Qualcosa che ci porta a squarciare una parte di noi per poi ricucirla.
Qualcosa che ci porta a squarciare una parte di noi per poi ricucirla. Qualcosa che ci conduce dall’ altra parte della riva per riflettere, per sentirci, percepire qualcosa che era nell’ aria ma che ancora non si conosceva.
Ecco, bisogna avere il coraggio di conoscersi a fondo. Anche nel bel mezzo di un temporale, bisogna bagnarci l’ anima per poi asciugarla al sole. La vita ti dà tutto il tempo che vuoi ma poi arriva quel momento fatidico nel quale devi guardarti dentro, non una volta ma più volte fino a quando non riuscirai a scoprire il tuo tesoro nascosto.
Tutti ne abbiamo uno ma c’è chi ha il coraggio di andare a prelevarlo e chi si aspetta sempre qualcosa dagli altri. Ma niente e nessuno può fare qualcosa per noi se non noi stessi. Bisogna lasciarsi sfiorare, catturare e conquistare da quel momento prezioso che non si riesce subito ad identificare.
Quel momento nel quale si sta come sospesi nella speranza che accada qualcosa che ci fa smuovere la terra sotto i piedi. In quel momento ci passerà accanto quel foglio bianco, come un soffio di vento ed è lì che ci chineremo ad afferrarlo. In questo modo avremo avuto il coraggio di afferrarci per mano perché su quel foglio bianco avremo continuato a scrivere parte della nostra vita.
Senza interrompere il racconto ma continuando a soffiarci dentro, a riempire le trame di inchiostro, di aria, di terra. Della nostra terra lì dove amiamo, soffriamo, gioiamo. Questo per andare oltre se stessi, per arrivare a conoscere quella parte tenuta nascosta e che aspira a conoscere il mondo. Come aspira a conoscere il mondo Laura Michelangioli, una donna che ha sentito dentro una scintilla, un richiamo, qualcosa che le ha sussurrato di andare oltre se stessa. Laura è una splendida cinquantenne e vive ad Asciano in provincia di Siena, è risposata con Davide e ha una figlia, Ginevra, che adora e che è la luce dei suoi occhi.
Laura vanta un curriculum di tutto rispetto nel campo dell’architettura, poi le sue migliori partite le ha vinte sul campo, strada facendo. Intanto suo padre Renato l’ ha indirizzata nel campo dell’ edilizia. Hanno lavorato insieme per un po’ e poi, dopo aver lavorato nella ditta di famiglia, Laura si è sentita più sicura di lanciarsi in nuove avventure professionali come quella con il noto architetto Roberto Fineschi. Ma Laura è un vulcano di idee, ha sempre avuto come un’ attrazione per ogni forma d’ arte, quindi non le bastava soltanto assolvere alle sue mansioni, ha sempre sentito di voler fare di più.
Di dare vita alla sua parte tenuta nascosta, quel quid in più che si ha dentro e si rimescola fino ad apparire su quel foglio bianco sospinto dal vento. E qui Laura, dopo essersi a lungo cercata, ha voluto fermarsi avendo poi coraggio di andare avanti, aiutando quella sua parte nascosta a venir fuori. Come dalla terra che scivola tra le nostre mani e l’ acqua che l’ impasta e modella, si è trovata a dare forma alle sue idee. Già dai tempi dell’ università frugava nelle librerie alla ricerca di quel libro che potesse illuminarla. Da sempre attratta dalla manualità e da qualsiasi altra forma d’ arte, si è imbattuta in un particolare libro che parlava della pasta di sale, poi non le è bastato perché i manufatti in pasta di sale non hanno vita lunga e ha pensato di andare verso il mondo incantato dell’ argilla.
Ha provato così ad andare verso se stessa, a scavarsi dentro, come si può scavare nella terra per trovarvi l’ acqua. Perché quando si cerca e ci si vuol davvero trovare, si arriva ad essere veramente terra, acqua, aria e fuoco. E così che si sente ora Laura, adesso che ha ritrovato se stessa e la sua vera identità. Ha voluto sentirsi totale ed appartenere alla sua vera essenza fatta di unicità e foggiata piano attraverso varie tappe proprio come quelle della creta che poi incontra l’ acqua e che si fa modellare dalle mani e accarezzare con il cuore. Perché ciò che affascina di Laura è il parlare del suo laboratorio artigiano come fosse la sua casa, è il parlare della sua creta, frutto di continui esperimenti, di un lento cercarsi per poi ritrovarsi. Piace la sua schiettezza, la sua apertura mentale, la sua versatilità.
Laura ammette di essersi voluta dare delle opportunità, di voler continuare a sentirsi nel posto giusto al momento giusto. Adesso vive per il suo progetto che prende il nome di Cretalandia, una sintesi tra gioco e creta, creta senese per la precisione. Per sciogliere i nodi nella vita non è semplice, serve forza e coraggio di guardarsi dentro per andare avanti, impastando il proprio vaso di creta tra lacrime e sorrisi. Ecco, Laura dà questa idea di donna in contino movimento interiore, una donna che si lascia incantare e che incanta. Basta guardare i suoi pezzi di ceramica: dai salvadanai ai piatti, dalle campanelle ai portacandele, tutto parla di lei e della sua vittoria. Perché si nasce donne ma vincenti si diventa nel tempo avendo cura del tempo stesso e modellandosi proprio come creta tra le mani.
E Laura è riuscita a ritrovarsi perché è arrivata all’ humus, alla terra, a ciò da cui siamo nati per arrivare a lasciare una traccia, un’ impronta che sa di passione e ricerca costante. E come un soffio di vento che ci spalanca le porte del cuore, come un soffio di vento che viene a parlarci e a raccontarci storie nuove, così Laura si mette in discussione ogni giorno perché sente di appartenere alle tradizioni locali della terra senese, sente di dover creare un legame duraturo con le sue radici. E si inventa e reinventa ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Semplicemente perché è stata ed è se stessa fino in fondo.
Perché solo scavandosi dentro si trova la propria sorgente, quella fiamma che continua ad illuminare il cammino.

Raccontati tra lavoro, vita, passioni…
I miei sono studi classici, ho studiato presso il Liceo classico Piccolomini di Siena, poi mi sono laureata in architettura a Firenze. Mio padre era un perito edile, ho lavorato con lui nell’ edilizia, sono stata fortunata…Mi ha instradata, ho fatto diverse cose insieme a lui, abbiamo ristrutturato insieme un casolare, abbiamo collaborato in diverse mansioni, andavo anch’io in cantiere e qui ho maturato molta esperienza. Mi sono occupata di ristrutturazione e progettazione generale. Ho lavorato nell’ ufficio tecnico della ditta di mio padre e sono andata a lavorare come architetto alla Novartis, un’ azienda farmaceutica. Ho lavorato insieme all’ apprezzato architetto Roberto Fineschi di Siena, insieme abbiamo ristrutturato il parco hotel dell’azienda, realizzando anche nuovi uffici.

Come nasce la tua passione per l’ arte ceramica?
Quando sono andata a studiare architettura a Firenze, giravo per librerie alla ricerca di riviste di architettura, qui mi sono imbattuta in un libro che parlava della pasta di sale. Sono stata sempre affascinata dalla manualità e così ho creato la prima bambolina in pasta di sale. Poi ho iniziato a fare qualche mercatino ad Asciano. Intanto ho notato che la pasta di sale si deteriora facilmente e così mi sono avvicinata all’ argilla, ho deciso di comprarmi il forno e ho iniziato a lavorare l’ argilla. Ho comprato diversi libri per studiare la produzione di ceramica, ho iniziato con la creazione di pezzi semplici. Mentre studiavo, ho lavorato in un negozio di ceramica, modellavo e dipingevo a mano la maiolica…

Che cosa e chi ti ha incoraggiato a proseguire?
Mi è sempre piaciuto imparare l’ inglese, e quindi sono andata in Inghilterra, mi è sempre piaciuto darmi delle opportunità. A Londra ho conosciuto un po’ di gente, la mattina andavo a lezione di inglese e il pomeriggio andavo a lezione di tango. Dai trenta ai quarant’ anni ho dovuto interrompere il discorso ceramica… Dopo tre anni che ero a Londra, ho incontrato il mio attuale marito, un ingegnere elettronico…ci siamo conosciuti agli incontri di tango. Una volta tornata in Italia, non ero contenta di quello che facevo, ero insoddisfatta e mi sono ricordata della mia vecchia passione per la ceramica. Ho frequentato il corso di ceramica dell’ artista e ceramista Nunzia Romeo come anche il corso della ceramista senese Elisabetta Ricci, seguendo poi anche lezioni private di altri ceramisti. Ed è così che mi è venuta voglia di aprire il mio laboratorio di ceramica che prende il nome di Cretalandia. Mio marito Davide mi ha incoraggiato molto in questo progetto sin dall’ apertura del mio laboratorio ad oggi, devo anche a lui l’ essermi ritrovata!

Perché il nome Cretalandia?
Cretalandia nasce due anni fa, si chiama così il mio negozio-laboratorio perché mi piaceva l’ idea del gioco e della creta insieme. Questo nome è legato sia all’ idea del gioco, sia alla mia zona di appartenenza creando un legame con la creta senese. Nel mio negozio- laboratorio, oltre a trovare i miei pezzi di ceramica, ho ospitato anche il brand La Gabbianella con ceramica e tessuti di Gualdo Tadino. Poi, come dicevo, si possono trovare i miei pezzi di ceramica: piatti, salvadanai, portafoto, campanelle, portacandele, portasaponi, arredo casa…

La tua fonte di ispirazione?
I paesaggi toscani in primis, le colline senesi…

Un progetto-sogno?
Creare un corso di lezioni per insegnare l’ arte ceramica a bambini e adulti…

Come ti definiresti come donna e come creativa?
Sensibile, determinata, un mix di donna- sorride-, come creativa ed artigiana mi sento in evoluzione, in itinere, in continuo viaggio…

Che cos’ è per te la creatività?
Uno spazio dove volare libera, sono nel mio mondo, mi ritrovo…

I sentimenti che ti raccontano: che cosa ti fa star bene e rasserena e che cosa ti fa star male e rattrista?
Forza, coraggio e dignità sono i sentimenti che più mi rappresentano e che mi ripeto ogni giorno…Non mi piace la competizione negativa e la grettezza mentale.

Un tuo motto?
Forza, coraggio e dignità!

La vita è…
“La mia fine è il mio inizio”, dice Tiziano Terzani e credo che sia proprio così…

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